Food Design - arte nel cibo: a tavola anche l’occhio vuole la sua parte

 

Il look del cibo, di ciò che mangiamo è un aspetto importante della tavola e dei suoi piaceri e, da qualche anno a questa parte, è anche oggetto di studi: ed è così che nasce il food design, letteralmente "cibo design"... cura e arte della tavola!
Food Design

Food Design

Il concetto di “decoro” delle portate in tavola non è cosa nuova, ed il design a tavola sta trovando sempre più consensi e seguaci. In questi anni il food design ha conosciuto un grandissimo favore di pubblico, uscendo dalle cucine e facendo diventare l’aspetto di ciò che mangiamo una vera e propria arte a sé stante.

L’esempio più eclatante sono le pubblicità di cibo dall’aspetto invitante, con una presentazione che spesso fuorvia la qualità del prodotto stesso.

Food design coincide con un concetto complesso nel quale si mescolano discipline diverse come la psicanalisi, l’antropologia, la sociologia dell’alimentazione, la mediazione sociale e, non da ultimo, la storia dei sistemi culinari e delle forme di convivialità.

Le motivazioni che stanno alla base di studi sulla presentazione delle portate vanno ricercate non tanto, o non solo, nell’abbellimento della tavola, ma hanno radici più profonde, che nascono dall’inconscio umano.
Food Design
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Per un buon risultato di food design, c’è dietro un food designer che, come per gli arredamenti, studia ed elabora soluzioni stilistiche ad arte per il cibo, atte a dare un risultato visivamente bello, anche per prodotti che dovrebbero essere, prima di tutto, buoni.

Uno di questi è Martì Guixè, ex-designer ed ora food designer convinto, che dà la sua definizione di questa nuova professione: “il food designer è qualcuno che lavora con gli alimenti, senza alcuna idea di cucina”.

Fedele alla premessa, Guixè fa del cibo un divertissement a suon di techno tapas, olive “atomiche”, biscotti monogrammati e griffati, fino a toccare l’aspetto performativo del prodotto, con tanto di karaoke culinario o organizzare party con nebbiolina artificiale all’aroma di gin tonic; ma anche banchetti sensoriali, creazioni di posate commestibili e lampadari di salsiccia, per risultati eclatanti e suggestivi.
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Non solo cibo dall’aspetto sfavillante: il food design, a volte, si dedica anche alla riscoperta e alla valorizzazione dei sapori, del cibo biologico, sostenibile e a chilometri zero, non solo all’aspetto più futile di appagamento dell’occhio o di semplice design a tavola.

Il food design vuol richiamare il mantra “Mangio dunque sono”: un presupposto indispensabile per spiegare la singolare visione del “cibo design“ e della sua arte.


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